Nel periodo più denso dell’anno scolastico, in una situazione di emergenza, avviene all’improvviso la didattica a distanza. Tutto sembrava essere “preparato” perché la didattica in presenza fosse “disciplinatamente” soppiantata dalla DaD.
L’occasione della partecipazione al bando Corti di genere è diventata opportunità di espressione liberata e creativa di soggettività. Una trasgressione politica rara nella scuola al tempo della didattica in presenza e destinata alla impensabilità nella DaD.
Il gruppo reale e virtuale ha continuato ad esistere fino ad oggi, in presenza e a distanza ha continuato ad elaborare pensiero e farne scrittura per significare il tempo presente, in un gruppo nominatosi Pari, ma Dis-pari, che pratica il “partire da sé” alla base del percorso e a fondamento di ogni agire politico che possa generare il cambiamento.
Da novembre a marzo il gruppo nato sul pretesto del corto “Everything can change” è diventato un piccolo gruppo “politico” con periodici confronti virtuali su letture complesse condivise e attraversate in un generoso partire da sé.
Alla pretesa velocità di uno spot è stata sperimentata la lentezza di un pensiero critico e responsabile; alla istantanea univocità del “mi piace” è stata introdotta la molteplicità delle narrazioni; alla inconsistente individualistica e retorica contrapposizione alla violenza è stata attraversata l’esperienza di una ricerca incarnata e in relazione attraverso studio, confronto e consapevolezze.
In piena emergenza da Covid si è disvelato un meccanismo molto frequente e violento agito sui social a danno di ragazze, talvolta anche di ragazzi. Ci sono state denunce che hanno allertato le forze dell’ordine sul funzionamento di Telegram. È stato un “evento” che ha sollecitato le attenzioni volatili, a modello spot, per cui alcuni studenti hanno sentito di esprimere posizione contro la violenza praticata nel web.
Così è accaduto nel liceo dove solo pochi mesi addietro, e in presenza, era avvenuto il percorso che aveva portato alla realizzazione di “Everything can change”.
Ho accompagnato il gruppo “Pari, ma dis-Pari” nella responsabilità di esserci, con discrezione, accanto alle ragazze che generosamente porgono a tutti e tutte noi le loro riflessioni su un video pubblicato su Instagram ed elaborato da propri compagni/e sul tema della violenza all’interno dei social.
Ringrazio per l’attenzione personale e politica ricevuta da Marilù Mastrogiovanni che ha dedicato uno “Speciale” nella rivista “Scuola e Amministrazione” di cui è Direttrice editoriale.
“È un bel caso di studio su come formare/sensibilizzare studenti e studentesse sugli stereotipi sessisti, su discriminazioni di genere, è molto interessante anche perché siete riusciti a continuare a distanza. Ho letto gli elaborati delle studentesse: sono molto maturi. E davvero mi rincuora perché noi alla loro età non avevamo elaborato concetti così complessi, come quello di essere vittime della cultura dominante patriarcale. (…)
Ogni ragazza ha la sua pagina dedicata, in modo che possa condividere il suo singolo articolo, ma in coda ad ogni articolo sono richiamati tutti gli altri, perché possano “viaggiare” insieme, come “dossier”. Bravissime! Fai i miei complimenti e in bocca al lupo per la maturità”. Marilù Mastrogiovanni
Prof.ssa Daniela Anna Rollo – Liceo Scientifico “De Giorgi” – Lecce
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Benedetta Caldararo classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Priscilla Eva Rescali classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Anastasia Pezzuto classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Sara Persano classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Sara Totaro Aprile classe 5A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Enrica Greco classe 4D, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce
Alessia Russo classe 4A, Liceo Scientifico “C. De Giorgi” – Lecce